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Autore: Pasquale ADILARDI 18 dicembre 2024
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Terapia con ozono ad alto dosaggio nei pazienti oncologici: efficacia, meccanismi e potenziale terapeutico

Astratto

Questo articolo fornisce una revisione sistematica degli effetti dell'ozonoterapia ad alto dosaggio come trattamento complementare nei pazienti oncologici. L'ozonoterapia ha dimostrato il potenziale per migliorare l'ossigenazione del tumore, modulare le risposte immunitarie e ridurre la tossicità associata ai trattamenti oncologici convenzionali. Attraverso un'analisi sistematica della letteratura, vengono esaminati in dettaglio gli studi che ne valutano l'efficacia come adiuvante, il suo impatto sullo stress ossidativo e la sua modulazione del microambiente tumorale e della qualità di vita del paziente. I risultati evidenziano il potenziale dell'ozonoterapia come approccio integrativo in grado di alleviare gli effetti avversi dei trattamenti oncologici tradizionali, migliorandone al contempo l'efficacia. Tuttavia, i limiti degli studi attuali sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per stabilire protocolli ottimali e convalidare i benefici a lungo termine.

Parole chiave

Ozonoterapia; Oncologia integrativa; Microambiente tumorale; Terapia adiuvante del cancro

Introduzione

Negli ultimi anni, l'ozonoterapia ha guadagnato attenzione come promettente approccio complementare in oncologia, principalmente grazie alla sua capacità unica di indurre uno stress ossidativo controllato che colpisce selettivamente il cancro, lasciando relativamente inalterati i tessuti sani. Le cellule tumorali sono metabolicamente distinte dalle cellule normali, mostrando una rapida proliferazione, difese ossidative ridotte e un'elevata dipendenza dalle vie glicolitiche, un fenomeno spesso descritto come effetto Warburg [1]. L'effetto Warburg sottolinea come le cellule tumorali producano energia prevalentemente attraverso la glicolisi, anche in presenza di ossigeno, un processo che si traduce in una minore capacità antiossidante e le rende particolarmente vulnerabili alle terapie ossidative come l'ozono.

La terapia con ozono (O₃) prevede la somministrazione di gas ozono a dosaggi controllati, che porta alla produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) nell'organismo. Le ROS sono molecole altamente reattive che possono penetrare le membrane cellulari e causare danni ossidativi a componenti cellulari vitali come DNA, proteine ​​e lipidi. Questo danno, a sua volta, può innescare l'apoptosi, o morte cellulare programmata, nelle cellule tumorali, una caratteristica che è stata ampiamente studiata in vari tipi di cancro, tra cui il cancro al seno, al polmone, alla cervice e al colon-retto [2].

Storicamente, l'ozono è stato riconosciuto per le sue proprietà antibatteriche, antivirali e antinfiammatorie, ed è stato utilizzato nella cura delle ferite e come disinfettante per oltre un secolo. La sua applicazione in oncologia, tuttavia, è più recente, con studi che esplorano il suo potenziale nel migliorare l'ossigenazione del tumore, supportare la funzione immunitaria e alleviare gli effetti avversi della chemioterapia e della radioterapia. Date le sue azioni biologiche uniche e la minima tossicità se utilizzata correttamente, l'ozonoterapia è stata proposta come trattamento adiuvante in oncologia integrativa. Questa revisione esamina la letteratura attuale sull'ozonoterapia ad alte dosi, concentrandosi sui suoi meccanismi biochimici, sui risultati clinici e sul potenziale terapeutico nella cura del cancro.

Meccanismi d'azione

Ozono e specie reattive dell'ossigeno (ROS)

Quando l'ozono viene somministrato, si decompone rapidamente formando vari ROS, tra cui perossido di idrogeno, ioni superossido e radicali idrossilici. Questi ROS hanno un profondo impatto sulle cellule tumorali a causa della loro elevata reattività con le strutture cellulari. I ROS possono ossidare i lipidi della membrana cellulare, distruggere le proteine ​​e causare rotture del filamento di DNA, con conseguente danno cellulare che le cellule tumorali faticano a riparare. L'incapacità delle cellule tumorali di mitigare il danno ossidativo è attribuita ai loro bassi livelli di enzimi antiossidanti, come catalasi, superossido dismutasi (SOD) e glutatione perossidasi [3].

La presenza di ROS nell'ambiente cellulare può portare a stress ossidativo, uno stato in cui si verifica uno squilibrio tra la produzione di ROS e la capacità della cellula di detossificare questi intermedi reattivi. Nelle cellule tumorali, che già operano con una ridotta capacità di gestire lo stress ossidativo, l'introduzione dell'ozonoterapia aggrava questo stress, sopraffacendo i loro meccanismi di difesa e innescando percorsi di morte cellulare [2].

Tossicità selettiva nelle cellule tumorali

La vulnerabilità selettiva delle cellule tumorali ai ROS indotti dall'ozono risiede nella loro ridotta capacità antiossidante. A differenza delle cellule normali, che possiedono un robusto sistema di difesa antiossidante, le cellule tumorali spesso non possiedono livelli sufficienti di enzimi come SOD e catalasi, che neutralizzano i ROS. Questa carenza le rende più suscettibili agli effetti ossidativi dell'ozono, mentre le cellule sane possono in genere resistere a livelli bassi o moderati di stress ossidativo [1].

Studi hanno dimostrato che l'esposizione all'ozono porta a un aumento concentrazione-dipendente dei ROS nelle cellule tumorali, con conseguente danno ossidativo che innesca l'apoptosi. L'apoptosi, o morte cellulare programmata, è un processo controllato che elimina le cellule danneggiate senza causare infiammazione, un vantaggio fondamentale nel microambiente tumorale, dove la morte cellulare incontrollata può esacerbare la progressione della malattia.

Impatto mitocondriale e apoptosi

Uno dei meccanismi chiave attraverso cui l'ozono induce la morte cellulare è la distruzione mitocondriale. I mitocondri sono fondamentali per la produzione di energia nelle cellule e le loro membrane sono particolarmente sensibili al danno ossidativo. Quando i livelli di ROS aumentano, possono compromettere il potenziale di membrana mitocondriale, portando al rilascio di fattori pro-apoptotici come il citocromo c. Una volta nel citosol, il citocromo c attiva gli enzimi caspasi, che degradano i componenti cellulari e infine portano all'apoptosi [4].

Questo effetto mitocondriale dell'ozono è particolarmente efficace contro le cellule tumorali, che dipendono dall'alterazione della funzione mitocondriale per sostenere la loro rapida crescita. Prendendo di mira e interrompendo questi organelli produttori di energia, l'ozonoterapia compromette la proliferazione delle cellule tumorali, risparmiando al contempo le cellule sane che possono ripristinare la loro funzione mitocondriale in modo più efficiente.

Metodologia

È stata condotta una revisione sistematica utilizzando diversi database scientifici, tra cui PubMed, ScienceDirect e Google Scholar. I termini di ricerca includevano "Ozonoterapia E Cancro", "Ozonoterapia ad alto dosaggio" e "Ozono E Specie Reattive dell'Ossigeno". Gli studi sono stati selezionati in base alla loro attenzione agli effetti dell'ozonoterapia in oncologia, in particolare quelli correlati allo stress ossidativo, alla modulazione immunitaria, all'ossigenazione del tumore e agli esiti sulla qualità della vita. La revisione ha seguito le linee guida PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses) per garantire trasparenza e rigore metodologico [5].

Ogni studio è stato valutato per qualità e pertinenza utilizzando il metodo GRADE (Grading of Recommendations, Assessment, Development, and Evaluation). Gli studi hanno incluso una varietà di disegni di ricerca, da esperimenti in vitro e in vivo a studi clinici osservazionali e studi clinici randomizzati controllati, fornendo un solido corpus di prove sull'efficacia e sui meccanismi dell'ozonoterapia nella cura del cancro.

Risultati

Effetti sullo stress ossidativo e sulla morte cellulare

Apoptosi indotta dall'ozono

L'ozonoterapia ad alte dosi induce l'apoptosi in una varietà di tipi di cellule tumorali, tra cui tumori al seno, al polmone, al colon-retto e alla cervice. Questo processo apoptotico è avviato da livelli elevati di ROS, che causano danni ossidativi alle membrane cellulari, alle proteine ​​e agli acidi nucleici. Gli studi rivelano che la produzione di ROS porta alla perossidazione lipidica e alla disfunzione mitocondriale, che attivano percorsi apoptotici sia intrinseci che estrinseci. La rottura della membrana mitocondriale, in particolare, rilascia citocromo, innescando la cascata di caspasi che smantella la cellula [2].

Negli studi sulle linee cellulari del cancro al seno, l'esposizione all'ozono ha provocato la morte cellulare dose-dipendente, con concentrazioni più elevate di ozono che hanno generato una produzione di ROS e un'apoptosi più consistenti. Questi risultati sono in linea con osservazioni simili nelle cellule del cancro al polmone e del melanoma, dove è stato dimostrato che l'apoptosi indotta dall'ozono limita la proliferazione delle cellule tumorali senza influenzare i tessuti sani circostanti [4].

Sinergia con la chemioterapia

La sinergia dell'ozono con farmaci chemioterapici come cisplatino e 5-fluorouracile rappresenta un notevole vantaggio, poiché migliora l'assorbimento del farmaco nelle cellule tumorali e ne amplifica gli effetti citotossici. Questa sinergia è particolarmente preziosa nei pazienti che manifestano gravi effetti collaterali a causa di alte dosi di chemioterapia. Integrando l'ozonoterapia, i medici possono essere in grado di ridurre il dosaggio dei farmaci chemioterapici, mitigando gli effetti avversi e mantenendo l'efficacia terapeutica. Negli studi clinici sul cancro cervicale, i pazienti trattati con ozono e radioterapia combinati hanno mostrato significative riduzioni del volume tumorale e una minore tossicità gastrointestinale rispetto a quelli trattati con sola radioterapia [6].

Studi in vitro su cellule tumorali del colon-retto hanno dimostrato che l'ozonoterapia potenzia gli effetti della chemioterapia interrompendo le membrane delle cellule tumorali e facilitando l'ingresso del farmaco. Questa interruzione indebolisce le difese delle cellule tumorali, consentendo agli agenti chemioterapici di raggiungere concentrazioni intracellulari più elevate e indurre una maggiore citotossicità [7].

Modulazione del microambiente tumorale e immunità

Ossigenazione del tumore

Una delle principali sfide in oncologia è il superamento dell'ipossia nel microambiente tumorale, poiché bassi livelli di ossigeno contribuiscono alla resistenza al trattamento. L'ozonoterapia ha dimostrato una significativa capacità di aumentare l'ossigenazione nei tumori ipossici, migliorando così l'efficacia della radioterapia. Nel glioblastoma, un tipo di tumore aggressivo e altamente ipossico, l'aumento dell'ossigenazione dovuto all'ozonoterapia sensibilizza le cellule alle radiazioni promuovendo la formazione di ROS durante la radioterapia, che amplifica il danno al DNA nelle cellule tumorali e riduce i meccanismi di resistenza indotti dall'ipossia [8].

La capacità dell'ozono di migliorare la diffusione dell'ossigeno è preziosa anche nei tumori scarsamente vascolarizzati, che beneficiano di un migliore flusso sanguigno e di un migliore apporto di ossigeno. Invertendo le condizioni di ipossia, l'ozono crea un ambiente più favorevole sia per la chemioterapia che per la radioterapia, migliorandone l'efficacia contro le cellule tumorali altrimenti resistenti [9].

Modulazione immunologica

È stato dimostrato che l'ozonoterapia attiva le risposte immunitarie aumentando la produzione di ROS, che stimola l'attività delle cellule immunitarie come macrofagi, cellule dendritiche e cellule natural killer (NK). Queste risposte immunitarie sono cruciali per l'identificazione e la distruzione delle cellule tumorali. Le ROS derivanti dall'ozonoterapia agiscono come molecole di segnalazione che aumentano il rilascio di citochine pro-infiammatorie, come TNF-α e IFN-γ, creando un ambiente immunoattivato favorevole alle risposte antitumorali [3].

Studi su pazienti oncologici immunocompromessi hanno dimostrato che l'ozonoterapia può ridurre i marcatori dell'infiammazione e supportare il recupero immunitario, il che è benefico per i pazienti sottoposti a trattamenti che sopprimono la funzione immunitaria, come la chemioterapia. Questi effetti immunomodulatori suggeriscono che l'ozonoterapia potrebbe integrare le immunoterapie oncologiche esistenti, migliorandone l'efficacia e potenzialmente ampliandone l'applicabilità [10].

Effetti sulla qualità della vita e riduzione della tossicità

Riduzione degli effetti collaterali

L'ozonoterapia è stata associata a significativi miglioramenti della qualità della vita riducendo gli effetti collaterali comuni dei trattamenti contro il cancro, tra cui affaticamento, nausea, dolore e problemi gastrointestinali. Questi sintomi sono spesso esacerbati dalla chemioterapia e dalla radioterapia, che contribuiscono a un calo della compliance e del benessere del paziente. Studi clinici hanno dimostrato che l'ozonoterapia allevia questi sintomi, consentendo ai pazienti di tollerare e aderire meglio ai loro regimi di trattamento [5].

Tollerabilità e sicurezza

Il profilo di sicurezza dell'ozonoterapia è favorevole, con effetti avversi minimi riportati negli studi clinici. L'ozono colpisce selettivamente le cellule tumorali risparmiando le cellule sane, rendendolo un valido adiuvante ai trattamenti convenzionali. I pazienti sottoposti a ozonoterapia sperimentano meno interruzioni del trattamento, un recupero più rapido e una migliore resilienza fisica, che contribuiscono collettivamente a risultati migliori in ambito oncologico [11].

Discussione

Analisi comparativa con adiuvanti convenzionali

L'ozonoterapia offre vantaggi unici rispetto alle terapie adiuvanti tradizionali, come l'ipertermia e la vitamina C ad alte dosi, che vengono utilizzate anche a supporto del trattamento del cancro. Mentre l'ipertermia si concentra sull'innalzamento della temperatura tumorale per sensibilizzare le cellule tumorali alla radioterapia o alla chemioterapia, e la vitamina C ad alte dosi agisce come antiossidante con potenziali effetti pro-ossidanti nelle cellule tumorali, l'ozonoterapia offre un duplice beneficio, sia migliorando lo stress ossidativo all'interno dei tumori, sia supportando la modulazione immunitaria. Questo duplice meccanismo distingue l'ozono da altri trattamenti adiuvanti, poiché non solo colpisce direttamente le cellule tumorali, ma promuove anche una risposta immunitaria che potrebbe ulteriormente inibire la progressione del tumore [3].

Studi comparativi indicano inoltre che il profilo di sicurezza dell'ozonoterapia è superiore a quello di alcuni adiuvanti convenzionali. Mentre terapie come la vitamina C ad alte dosi possono causare effetti avversi come la nefrotossicità in alcuni pazienti, l'ozonoterapia ha dimostrato di essere ben tollerata con effetti collaterali minimi. Inoltre, la capacità dell'ozonoterapia di migliorare l'ossigenazione nei tumori ipossici la rende particolarmente adatta all'integrazione con la radioterapia, che si basa sulla presenza di ossigeno per la generazione di ROS che danneggiano il DNA delle cellule tumorali [9].

Nel complesso, la citotossicità selettiva dell'ozono, le sue proprietà immunomodulanti e il suo profilo di sicurezza lo rendono un candidato promettente per una più ampia applicazione in oncologia integrata. Tuttavia, le limitazioni nella standardizzazione del dosaggio e l'assenza di studi randomizzati su larga scala ne hanno limitato l'adozione in ambito clinico. Sono necessarie ulteriori ricerche che confrontino l'ozonoterapia con gli adiuvanti consolidati per determinarne l'efficacia relativa e gli scenari di utilizzo ottimali.

Ipotesi meccanicistiche e implicazioni cliniche

I meccanismi alla base dell'ozonoterapia sono ancora in fase di studio, ma le ipotesi attuali suggeriscono che i suoi principali effetti antitumorali derivino da una combinazione di induzione di stress ossidativo e modulazione immunitaria. Un'ipotesi prevalente è che le ROS generate dall'ozono colpiscano selettivamente le cellule tumorali a causa delle loro difese antiossidanti compromesse. Inoltre, l'ozono sembra esercitare un effetto immunostimolante attivando varie cellule immunitarie e inducendo citochine pro-infiammatorie, che possono creare un ambiente tumorale immunoattivato che compromette ulteriormente la crescita e la resistenza del tumore [8].

Questi effetti sono particolarmente significativi nei tumori noti per le loro proprietà immunoevasive, come il melanoma e il glioblastoma. Il potenziale dell'ozono nel migliorare le risposte immunitarie si allinea bene con le strategie di immunoterapia, suggerendo che potrebbe essere un efficace complemento agli inibitori dei checkpoint immunitari. Alcuni studi suggeriscono che la modulazione del microambiente immunitario da parte dell'ozono potrebbe potenziare gli effetti delle immunoterapie, rendendo i tumori più suscettibili all'attacco immunitario. Tuttavia, le applicazioni cliniche dell'ozonoterapia in combinazione con l'immunoterapia richiedono ulteriori studi per determinare protocolli e dosaggi ottimali.

Limitazioni e aree di ricerca futura

Nonostante i promettenti risultati preclinici e clinici, l'attuale corpus di letteratura sull'ozonoterapia è limitato da diversi fattori. In primo luogo, la mancanza di protocolli di dosaggio standardizzati rende difficile confrontare i risultati tra gli studi. Diversi studi utilizzano diverse concentrazioni di ozono e vie di somministrazione (ad esempio, endovenosa, intraperitoneale e topica), il che può influenzare significativamente i risultati. Stabilire un consenso su dosaggi e tecniche di somministrazione standardizzati sarà essenziale per far progredire l'ozonoterapia in oncologia clinica [12].

Inoltre, la maggior parte degli studi disponibili è su piccola scala o osservazionale, con pochi studi randomizzati controllati per convalidare rigorosamente l'efficacia e la sicurezza dell'ozono. L'eterogeneità delle popolazioni di studio e dei tipi di cancro limita inoltre la generalizzabilità dei risultati. Sono necessari studi randomizzati più ampi e ben progettati con popolazioni di pazienti diverse per confermare il potenziale terapeutico dell'ozonoterapia in diversi tipi di cancro e per esplorarne gli effetti a lungo termine sulla sopravvivenza e sui tassi di recidiva.

Infine, esplorare l'ozonoterapia in combinazione con trattamenti emergenti come la terapia cellulare CAR-T, gli inibitori dei checkpoint immunitari e le terapie mirate potrebbe sbloccare nuovi effetti sinergici. La ricerca futura dovrebbe concentrarsi su questi approcci combinati per valutare se l'ozono possa migliorare i risultati se associato a trattamenti oncologici all'avanguardia.

Conclusione

L'ozonoterapia ad alte dosi rappresenta un promettente approccio complementare in oncologia, in particolare per il suo potenziale di ridurre la tossicità delle terapie convenzionali, migliorare l'ossigenazione del tumore e supportare la funzione immunitaria. Questa duplice azione di citotossicità tumorale diretta attraverso lo stress ossidativo e modulazione indiretta della risposta immunitaria rende l'ozono un candidato interessante per la terapia oncologica integrata.

La letteratura esistente indica che l'ozonoterapia può migliorare la tolleranza al trattamento e la qualità della vita del paziente, fattori cruciali per mantenere l'aderenza a trattamenti oncologici rigorosi. Alleviando gli effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia, come affaticamento, nausea e disturbi gastrointestinali, l'ozonoterapia potrebbe migliorare la resilienza del paziente, con un potenziale miglioramento dei risultati. Inoltre, la capacità dell'ozono di migliorare l'ossigenazione nei tumori ipossici lo rende un prezioso coadiuvante della radioterapia, poiché i tumori ben ossigenati rispondono più favorevolmente alle radiazioni.

Nonostante questi risultati incoraggianti, sono necessarie ulteriori ricerche per superare gli attuali limiti. La mancanza di protocolli di dosaggio standardizzati e la scarsità di studi clinici randomizzati su larga scala rimangono ostacoli significativi alla diffusione clinica. Per convalidare pienamente l'ozonoterapia come componente affidabile dell'oncologia integrata, gli studi futuri dovranno concentrarsi sullo sviluppo di protocolli standardizzati, sulla conduzione di studi multicentrici e sull'analisi degli esiti a lungo termine per i pazienti, inclusi i tassi di sopravvivenza e di recidiva.

In conclusione, sebbene le prove preliminari supportino l'ozonoterapia come un'aggiunta benefica ai trattamenti oncologici convenzionali, studi clinici ben progettati sono essenziali per confermarne la sicurezza, l'efficacia e l'applicabilità a diversi tipi di cancro. Se la ricerca futura confermerà questi risultati iniziali, l'ozonoterapia ha il potenziale per diventare uno strumento prezioso per un'assistenza oncologica completa e incentrata sul paziente, offrendo risultati migliori e una migliore qualità della vita per i pazienti sottoposti a trattamento oncologico.

L'autore dichiara di non avere alcun conflitto di interessi in merito alla pubblicazione di questo articolo. La ricerca presentata è stata condotta in modo indipendente e nessuna affiliazione finanziaria, personale o professionale ha influenzato i risultati o le conclusioni riportati.

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